GABY ANGELINI

GABY ANGELINI

Gaby Angelini (Susa, 24 settembre 1911 – Uadi el-Ghelta, 3 dicembre 1932)

Gaby Angelini è una bella ragazza, ha molte ambizioni, ma non avrebbe mai pensato di diventare aviatrice. Nel 1931 conosce, al pranzo dei trasvolatori, un giovane aviatore alto e biondo che si chiama Fausto Cecconi. Fra i due si sviluppa una calda simpatia che forse sarebbe diventata amore se Cecconi, poche settimane dopo quell’incontro, non fosse precipitato col suo apparecchio rimanendo ucciso. Gaby è sconvolta e decide di diventare aviatrice.

Nello stesso anno prende il brevetto di pilota all’Aerocentro da turismo di Milano, dopo aver frequentato la scuola di pilotaggio della Breda dove ha fatto un corso di volo senza visibilità sotto la guida dell’Ing. Meleri ed inizia un corso di acrobazia. Nel giugno 1932 partecipa al giro aereo della Lombardia, unica donna fra tutti uomini, con un pesantissimo apparecchio, il Breda 15, arriva ultima.

La ragazza vuole la sua rivincita e prepara il “giro delle capitali europee”, è senza paracadute, senza assistenza da terra, su un apparecchio di pochi cavalli ma si appresta ad affrontare il continente europeo. La prima tappa è Monaco il 27 agosto, il 28 agosto arriva a Praga, il 30 a Berlino: la tappa Praga-Berlino è rovinata da un terribile temporale che la costringe a rientrare e telefonare al principe di San Severino affinché le mandi un’interprete ad assisterla, ma arriva il principe in persona. Poi atterra ad Oslo e Amsterdam. Nelle varie tappe diventa ormai celebre, tutte le capitali gareggiano nell’accoglierla dando fastosi pranzi, magnifiche partite di caccia, ricevimenti ai quali partecipa l’élite della società.

Quando atterra sul campo di Londra, la folla entusiasta la porta in trionfo. All’ultima tappa trova sua madre ad accoglierla e le due donne volano a Milano.

La piccola Gaby sente di doversi mantenere all’altezza della fama raggiunta, e progetta un viaggio verso l’India e la Cina per recare un messaggio di amicizia agli italiani d’Oriente. Parte da Milano il 16 novembre con un Breda 15 meglio strumentato del precedente, si trattiene alcuni giorni a Roma dove viene ricevuta dal Duce. Riparte e dopo un volo di 800km atterra a Capo di Milo, poi fa scalo a Tunisi, Tripoli, Sirte, Bengasi e Tobruck. Ma il destino è in agguato: fra Bengasi e Tobruck il 3 dicembre 1932 l’aviatrice Milanese incappa in una tempesta di sabbia che l’acceca e fa roteare l’aeroplano come fosse un fuscello fino ad abbatterlo in un valloncello chiamato Uadi Ghelfa.

Nell’urto Gaby rotola per 200 metri e il paracadute, che si era aperto l’avvolge come un lenzuolo. Viene ritrovata due giorni dopo da un battaglione di esploratori. Fra i denti stringeva la medaglietta della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori. Nel taschino della tuta, vicino al cuore, c’era una foto di Cecconi, il giovane biondo per il quale era diventata aviatrice.

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