FILIPPO ZAPPATA

FILIPPO ZAPPATA

Filippo Zappata (Ancona, 6 luglio 1894 – Gallarate, 30 agosto 1994)

Dopo l’infanzia e gli studi classici effettuati ad Ancona, nel secondo decennio del XX secolo il giovane Zappata si trasferisce a Genova per frequentare la Scuola navale superiore ma è costretto ad abbandonarla per lo scoppio della prima guerra mondiale. Arruolatosi nei Bersaglieri in qualità di ufficiale venne ferito gravemente nei pressi di Tolmino, ora in territorio sloveno, e le conseguenze dell’evento lo costringono ad abbandonare il reparto. Al ritorno dal fronte, viene assegnato inizialmente al Servizio tecnico aeronautico e successivamente alla direzione tecnica militare, dove poté mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti nella frequentazione del corso di laurea di ingegneria.

Il primo incarico in ambito civile lo vede come assistente presso le Officine Aeronautiche Gabardini, a Cameri, in provincia di Novara, ma già nella prima metà degli anni venti le sue capacità furono premiate dall’assunzione presso le Officine Aeronautiche come vicedirettore tecnico affiancandolo al capoprogettista ingegner Raffaele Conflenti. Benché gli venisse affidata la direzione del Reparto Sperimentale in seno all’azienda, a Zappata fu negata la possibilità di avviare alla produzione i velivoli da lui progettati, preferendogli i tradizionali e più affidabili disegni di Conflenti. Per questo motivo decide di abbandonare l’azienda italiana e trasferitosi in Francia presso lo stabilimento del pioniere dell’aeronautica Louis Blériot, gli venne data finalmente la possibilità di riuscire a realizzare il suo primo velivolo, il Blériot-Zappata Z.110 del 1930. Gli anni dell’attività presso Blériot si conclusero con l’ultimo velivolo progettato in terra francese, il quadrimotore passeggeri Blériot 5120. Nel 1932 venne altresì insignito della prestigiosa onorificenza di Cavaliere della Legion d’Onore.

Dopo l’esperienza francese decide infatti, alla fine dell’estate 1933, di tornare a lavorare in Italia presso l’azienda da cui se n’era andato qualche anno prima. Questa volta la direzione della Cantieri Riuniti dell’Adriatico gli offre il posto precedentemente occupato dall’ingegner Conflenti legando il proprio nome all’azienda Monfalconese dal 1933 al 1942. In quel periodo i velivoli realizzati dai suoi progetti assunsero, come era convenzione, una “Z” aggiuntiva nella sigla.

Particolarmente significative, tra le sue realizzazioni, l’elegante idrovolante a scafo centrale CANT Z.501, nonché l’idrovolante a scarponi CANT Z.506 che consentiva di soccorrere anche in condizioni di mare forza 5 eventuali naufraghi, l’ottimo bombardiere medio CANT Z.1007, il CANT Z.1015, infine il prestazionale CANT Z.1018 “Leone” mai arrivato alla produzione in serie e la rielaborazione in idrovolante del CANT Z.515 prodotta in piccola serie per le note vicende belliche dell’armistizio. In campo civile ricordiamo il trimotore da turismo CANT Z.1012.

All’inizio del 1942 la Società Italiana Ernesto Breda gli propone di assumere la qualifica di capoprogettista presso la loro sezione aeronautica. In cerca di nuovi stimoli e in funzione della maggiore potenzialità dell’azienda di Sesto San Giovanni, Zappata decide di accettare la proposta. Purtroppo le avverse vicende belliche che vedevano protagonista l’Italia durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale vedevano la distruzione degli stabilimenti da parte dell’ex alleato tedesco in seguito all’Armistizio di Cassibile ed i progetti di Zappata tutti basati sullo Z.1018 Leone, il bombardiere Breda BZ 301, o Leone III, il caccia pesante BZ 302, il caccia notturno BZ 303, o Leone II ed il cacciacarri BZ 304 riuscirono a concretizzarsi solo nel prototipo del BZ.303.

Nel dopoguerra realizza lo splendido quadrimotore di linea Breda BZ.308, che per l’aspetto simile allo statunitense Lockheed Constellation venne soprannominato all’epoca il “Connie italiano”. Questo velivolo doveva segnare la ripresa dell’attività aeronautica civile italiana ma la precaria situazione economica in cui era il nostro paese nel dopoguerra, assolutamente impotente contro i colossi anglostatunitensi che avevano già assorbito il mercato commerciale internazionale, non riuscirono ad imporsi ed il progetto venne abbandonato.

Gli ultimi anni della carriera lo vede passare dai velivoli ad ala fissa a quella rotante. Nel 1951 infatti accetta di trasferirsi presso l’Agusta che l’anno successivo ottiene la possibilità di produrre su licenza gli elicotteri della statunitense Bell Aircraft Corporation. Zappata resterà in azienda fino al 1963, anno in cui raggiunge la meritata pensione all’età di 69 anni.

Zappata si spegne a Gallarate, in provincia di Varese, il 30 agosto 1994, all’età di oltre 100 anni.

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