ADRIANO VISCONTI

ADRIANO VISCONTI

1915-1945

Adriano Visconti di Lampugnano nasce a Tripoli da emigrati in Libia in seguito alla colonizzazione italiana del 1911. 

Nel giugno 1940, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Visconti viene trasferito alla 23^ Squadriglia del 2° Gruppo Aviazione presidio coloniale con base a Monastir, in Libia, che ha l’incarico di pattugliare le linee di confine con compiti di sorveglianza e di ricognizione. Dal giugno 1941 inizia un ciclo di ricognizioni su Malta che costituisce una costante minaccia per i convogli italiani incrocianti nell’area. Le attività prevedono: scorta ai bombardieri italiani, intercettazione della caccia avversaria e ricognizioni fotografiche. Risulta particolarmente di rilievo la cosiddetta battaglia di mezzo giugno, una serie di scontri nel Mediterraneo centro-orientale tra il 12 e il 16 giugno 1942, con il tentativo di contrastare due operazioni di rifornimento dell’isola di Malta condotte dalla Royal Navy britannica. L’anno successivo partecipa alla campagna di Tunisia e quando, il 7 maggio 1943, le truppe angloamericane entrano a Tunisi viene deciso il rientro in patria dei pochi aerei italiani ancora efficienti. Una volta in patria viene affidato a Visconti il comando di un reparto speciale di nuova costituzione: la 310^ Squadriglia Caccia Aerofotografica. Una sezione del reparto, comandata direttamente da Visconti, viene poi dislocata in Sardegna per compiere ricognizioni su Tunisia, Algeria, canale di Sicilia e Malta.

L’8 settembre 1943 viene annunciato l’armistizio. Visconti aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e alla neonata Aviazione Nazionale Repubblicana. Viene nominato comandante del 1° Gruppo Caccia Asso di Bastoni con cui si impegna nella protezione dell’Italia settentrionale dagli attacchi angloamericani. Insofferente sia alle ingerenze politiche sia alle intromissioni tedesche, abbandona temporaneamente la carica per poi riprenderla. Il 29 aprile 1945 Visconti firma la resa del suo reparto a Gallarate. L’accordo negoziato con il Comitato di Liberazione Alta Italia e con il Comitato di Liberazione Nazionale, poi violato dai partigiani, garantisce la libertà ai sottufficiali e agli avieri del gruppo e l’incolumità agli ufficiali, con l’impegno di consegnarli alle autorità militari come prigionieri di guerra. Secondo le testimonianze, invece, Visconti e il sottotenente Valerio Serafini vengono colpiti alle spalle da raffiche di mitra. Il suo assassinio ha suscitato sdegno e orrore anche fra gli alleati e gli avversari di allora. 

Visconti ha conseguito dieci vittorie accertate ed è stato insignito di tre medaglie d’argento e due di bronzo. 

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