ERNESTO BOTTO

ERNESTO BOTTO

1907-1984

Nel 1929 Ernesto Botto si arruola come allievo ufficiale della Regia Aeronautica, conseguendo il brevetto di pilota d’aeroplano nel 1932. Durante la guerra civile in Spagna comanda la 32^ Squadriglia Caccia e in uno scontro a Fuentes de Ebro il 12 ottobre 1937, Botto viene colpito da un proiettile alla gamba destra e si vede necessaria l’amputazione di parte della gamba, poi sostituita con un arto artificiale. Da qui il soprannome di “gamba di ferro” con cui viene poi ufficialmente battezzata la  32^ Squadriglia. Al rientro in patria, Botto è decorato all’Altare della Patria con la medaglia d’oro al valor militare.

Nel 1940, dopo essersi addestrato a pilotare nonostante le sue condizioni, è impegnato in Libia, dove subisce una grave ferita alla testa in un incidente stradale. Viene rimpatriato e nel 1943 Botto è promosso comandante della Scuola Caccia di Udine, poi a Gorizia. Nello stesso anno sopravvive a un altro grave incidente.

Gli vengono generalmente attribuite cinque vittorie durante la guerra civile spagnola e tre durante la Seconda guerra mondiale, che lo rendono quindi un asso dell’aviazione.

L’8 settembre 1943 viene annunciato l’armistizio. Botto sta per essere deportato in Germania, essendosi rifiutato di collaborare con i tedeschi, quando, il 24 settembre, Benito Mussolini lo nomina sottosegretario di Stato dell’Aeronautica Repubblicana, con il compito di ricostituire al più presto una forza aerea efficiente. Il 14 ottobre pubblica un bando in cui dà tempo a tutto il personale dell’aeronautica dal 18 al 28 ottobre per presentarsi nei centri di raccolta per ritornare in servizio. I bandi radiofonici di Botto si rivelano di fondamentale importanza per richiamare sotto le bandiere della Repubblica Sociale Italiana molti aviatori, disorientati dal caos seguito all’8 settembre. Il suo impegno lo porta  a disporre nel 1944 di circa 35.000 uomini, 73.000 considerando i soldati distaccati presso i comandi tedeschi.

Nel frattempo, nella Repubblica Sociale Italiana si sta consumando un’aspra contesa tra chi mette al primo posto la fedeltà al fascismo e chi vuole al contrario mantenere le forze armate lontane dalla politica. Ernesto Botto, assai intransigente riguardo alle intromissioni delle classi dirigenti repubblicane e tedesche in ambito militare, è costretto a lasciare la guida dell’Aeronautica dando le dimissioni effettive all’inizio del marzo 1944.

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